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in Psycho Look

Il diritto di vestirsi come si vuole 

  • 28 Novembre 2023
  • By Paola Pizza
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Il diritto di vestirsi come si vuole 

La libertà di vestirsi come si vuole è un diritto da difendere. Nessuno dovrebbe imporci uno stile di abbigliamento. Nessuno dovrebbe dirci cosa indossare e cosa non indossare. Lo rivendicano le donne iraniane nella loro lotta contro la “polizia morale” che può punirle se indossano abiti occidentali o non nascondono bene i capelli. Ma lo dovrebbero reclamare anche tutte le donne che vivono in paesi liberi, ma sono vittime della cultura del possesso. Donne che ingenuamente scambiano la gelosia per amore e accettano che il loro partner decida la lunghezza della gonna, l’altezza del tacco, il taglio dell’abito e dei capelli.

Vestirsi come si vuole per esprimere il nostro vero sé

Vestirsi come si vuole è importante. L’abbigliamento è una forma di espressione della nostra identità. È il nostro modo per dire agli altri chi siamo, quali sono i nostri valori, le nostre emozioni, le nostre motivazioni. Attraverso gli abiti, gli accessori, i colori, noi comunichiamo in modo più immediato, rispetto alle parole. Perché qualcuno dovrebbe voler imbrigliare l’espressione del nostro sé, quando dice di amarci? Dovremmo sempre indossare la nostra libertà, scegliendo in autonomia ciò che ci piace e che ci rende felici. Gli abiti, i colori, gli accessori che più ci rappresentano.

L’amore non è possesso, né controllo del look

Su TikTok ci sono molti filmati di giovani donne che sembrano fiere che i loro fidanzati controllino il loro telefono, il loro tempo e il loro look.  La parola usata sui social per definire questi amori tossici è “malessere”. In una canzone neomelodica (con un milione e seicentomila visualizzazioni su YouTube), così viene definito un partner geloso, possessivo, maleducato e anche un po’ violento. Ciò che è tossico sembra essere diventato un sex symbol desiderabile. Ma amare non è controllare l’altro, e non è neppure “farsi amare” e rendersi amabili, ma la condivisione dei sentimenti e l’apprezzamento dell’essenza dell’altro. Il nostro abbigliamento, proprio perché espressione del nostro sé, dovrebbe essere apprezzato e valorizzato come parte di noi, come una pelle (IoPelle) che contiene tutto il buono che abbiamo dentro. Non dovrebbe essere criticato, svilito, demolito, demonizzato. Proprio perché è espressione della nostra identità il nostro partner dovrebbe amarlo. Se non lo fa, è bene porsi delle domande.

Vestirsi come si vuole è una forma di amore per sé stessi

Dobbiamo imparare a difenderci dagli amori controllanti, da chi ci dice come dovremmo essere e come dovremmo vestirci per essere amati e accettati, dalle forme di pseudo amore che cercano solo di riempire un vuoto interiore, dall’amore dipendente che ha bisogno di continue conferme anche attraverso l’imposizione di norme vestimentarie rigide, da chi ci considera un oggetto da controllare, invece che una persona da rispettare.

La prima cosa da fare è imparare a amare sé stessi e ad esprimerlo anche con un abbigliamento che ci rappresenta, ci fa sentire più sicure e più felici. Perché il rapporto con la moda sia positivo e armonico deve essere assertivo e realizzare un bilanciamento tra sé e gli altri: tu hai il diritto di vestirti come vuoi e di rispettare l’uguale diritto degli altri. Un rapporto passivo con la moda, che mette al primo posto i desideri degli altri e sacrifica i propri è svilente e toglie autonomia. Un rapporto aggressivo, che fa delle regole censorie l’unica verità, viola il diritto degli altri ad esprimersi liberamente.

Il nostro aspetto (abiti, accessori, trucco, capelli, profumo) non è che uno dei tanti modi per comunicare. Ma possiamo cominciare da qui, da vestirsi come si vuole, per rivendicare la nostra libertà di esistere e di amare.

Una ricerca che dimostra l’aumento dei comportamenti di controllo

I dati di una recente ricerca di Save the Children e Ipsos sugli adolescenti (Le ragazze stanno bene?) confermano ciò che ormai è molto visibile sui social.

Il 30% degli adolescenti intervistati ritiene che la gelosia sia un segno di amore.

Il 65% delle ragazze e ragazzi afferma di essere stata/stato oggetto di un comportamento di controllo come:

  • non dover accettare nuovi contatti sui social (42%);
  • il divieto di uscire con altri (40%);
  • la supervisione del proprio profilo social (39%);
  • l’imposizione su come vestirsi (32%)

Clicca qui se vuoi vedere i risultati della ricerca.

Ricorda sempre: l’amore non è possesso, non è controllo, non è violazione della libertà, non è costringere l’altro dentro uno stereotipo di genere. Chiamiamo le cose con il loro nome: la gelosia esasperata e il controllo non sono mai gesti d’amore, ma di sopraffazione.

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By Paola Pizza, 28 Novembre 2023 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

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Paola Pizz

Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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