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in Psicologia delle tendenze

Vestire i cani. Il lato fashion dei quattro zampe

  • 19 Gennaio 2023
  • By Paola Pizza
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Vestire i cani. Il lato fashion dei quattro zampe

Vestire i cani va bene, oppure no? Il dibattito tra animalisti pro-natura e edonisti pro-fashion è sempre stato accesso. Tu da che parte stai?

Quest’anno anche Pitti Immagine uomo ha celebrato il lato fashion dei quattro zampe, riconoscendo l’importanza della pet economy con le creazioni di 15 brand che hanno proposto cibo, prodotti beauty, capi di abbigliamento, collari, guinzagli, cucce, e gli accessori più estrosi e trendy come i gioielli o gli occhiali. All’esterno c’era anche una mostra dedicata ai cani invisibili, che per fortuna ricordava anche i cani meno fortunati e in attesa di un’adozione.

In Italia ci sono circa 18 milioni di cani e gatti, e la spesa dedicata alla loro cura è, secondo Nielsen, di 949 milioni all’anno. È quindi più che logico, nonostante lo stupore che ha suscitato, che Pitti Immagine abbia dedicato attenzione ad una moda animali sempre più lussuosa e particolare.

Il lato psicologico dell’abbigliamento per i quattro zampe

Chi adotta un cane o un gatto lo fa per l’amore incondizionato e la fedeltà che riceverà in cambio, senza giudizi e senza condizioni. Lo fa per trovare e dare affetto. Prendersi cura del proprio quattro zampe e è un modo per dimostrare amore, comprensione, tenerezza, e accettare che qualcuno dipenda completamente da noi.

Ma cosa comunica il nostro bisogno di prendersi cura di loro con oggetti fashion? Perché desideriamo renderli sempre più belli e attraenti estendendo anche a loro i piccoli o grandi lussi con i quali siamo abituati a gratificarci? Scegliamo abbigliamento e accessori fashion in base a diverse motivazioni:

  • rendere il cane unico e bello, e perciò in grado di essere notato, e attirare complimenti
  • usare il cane come forma di esibizione
  • scegliere capi esteticamente belli per proteggerli dal freddo e dalla pioggia
  • sorridere, giocare e scherzare con capi che rendono il cane buffo, e perciò in grado di divertire
  • rendere il cane simile a sé, umanizzandolo

Il desiderio di rendere il cane unico e bello

Così come cerchiamo unicità attraverso capi di abbigliamento e colori che ci rendono particolare e ammirati, desideriamo anche che i nostri cani vengano ammirati e guardati, curando la loro estetica e vestendoli con capi e accessori che li facciano notare e attraggono complimenti e coccole. Il cane diventa parte della nostra identità, e quando le persone per strada si fermano per dire “che carina”, “che carino”, la nostra autostima aumenta, perché tutto ciò che è collegato a noi, fa crescere la percezione del nostro valore personale.

Vestire i cani, così come gli umani, è una forma di comunicazione.  L’abbigliamento è un linguaggio che usiamo per influenzare l’immagine che gli altri si fanno di noi. Nello stesso modo possiamo usare la moda pet per influenzare l’idea che gli altri si fanno del nostro cane.

Un cappottino con un colore o un tessuto particolare, un collare romantico, grintoso o stiloso possono non solo rendere il cane più evidente, ma influire anche sulla percezione che gli altri hanno di lui o di lei.  Ricordo una signora che incontrai in montagna con un dolcissimo Dogue de Bordeaux. Mi raccontò quanto fosse buono e affabile con gli altri, e come lei desiderasse invece che gli altri lo considerassero come una sua guardia. Per questo gli aveva comprato un collare alto e borchiato, per renderlo un po’ più aggressivo! Obiettivo inverso per la madre adottiva di una Staffordshire bull terrier, molto affettuosa, ma temuta da tutti. Quello che voleva ottenere era farla sembrare più buona, e a quanto mi ha raccontato, l’aveva ottenuto con un collare di strass. Le persone le facevano i complimenti e la cagnolina rispondeva con appassionate leccatine!

Il cane come esibizione

C’è una differenza abissale tra chi vede il proprio cane bellissimo in quanto oggetto del proprio amore e perciò desidera mostrarlo agli altri come una parte della propria identità, e chi invece usa i quattro zampe come oggetti da esibire. Un esempio: Tinkerbell, il chihuaha di Paris Hilton che spunta dalle borse di tendenza, o è portata sottobraccio come se fosse un accessorio. Uno dei suoi eccessi di esibizionismo è stato tingere di rosa il pelo di un cagnolino.

Ci sono anche i cani influencer, griffati dal muso alla coda: come Jiff Pom, il pomerania da dieci milioni di follower, Tika The Iggy, il levriero modello che ha posato anche per Vogue, e molti altri, spesso abbigliati come se fossero persone. Credo che queste forme di esibizione non mostrino amore, ma oggettificazione. Gli animali sono esseri viventi e meritano il nostro rispetto e non di essere trattati come peluche o bambole.

Vestire i cani- il piumino per la neve a PittiPets

La scelta di capi per proteggerli

Per alcuni la scelta di capi e accessori è funzionale ed è legata al desiderio di proteggerli dal freddo, e quindi da malattie e da dolori. Naturalmente nello scegliere capi utili non si dimentica l’estetica e la voglia di renderli eleganti e belli! Poiché vivono spesso in case molto riscaldate credo sia giusto proteggerli dalle escursioni termiche. Alcuni cani sono poi più freddolosi di altri: il mio Pepe, ad esempio, pur essendo un lagotto dal pelo riccio tremava e alzava le zampe con le temperature sotto allo zero. Amava particolarmente giocare e correre libero nella neve e aveva una tuta (consigliata dalla sua veterinaria) per proteggerlo ed evitare che la neve si attaccasse al pelo con effetto Moonboot, rendendogli difficili i movimenti. Poiché aveva una paura folle del Phon, aveva anche un accappatoio per quando veniva lavato in casa, e degli impermeabili per la pioggia (utili per lui, ma anche per noi che dovevamo asciugarlo al rientro!).

La voglia di sorridere con capi che rendono il cane buffo e tenero

Alcuni sono mossi dall’umorismo nella scelta di accessori, che scelgono in modo un po’ paradossale per scherzare sulle caratteristiche del cane. Come la felpa con le scritte da duro per un cagnolino pinscher nano, o per il barboncino Toy, o quella con disegnato un bull dog. C’è chi gioca con il cane per Natale, con abiti rossi da Babbo Natale, bandane e corna da alce, chi lo maschera per Halloween. Il cane fa sorridere, e stimola emozioni positive, ma attenzione a non esagerare con i travestimenti!

Il tentativo di rendere il cane simile a sé

Alcuni vivono il quattro zampe come una estensione di sé e lo umanizzano. E così vediamo cani con la stessa mise dei proprietari o abbigliati come fossero bambini, con gale, fiocchi e stivaletti. Ultimi tra gli accessori trendy: gli occhiali e i gioielli.

Vestire i cani. Lo stile trendy a PittiPets

Cedere o non cedere al lato fashion dei quattro zampe?

Credo che non ci sia niente di male nel desiderio di renderli più belli, simpatici, attraenti, protetti, scegliendo capi belli, utili, e di materiali rispettosi della loro indole. Giocare con la moda è divertente, quando si rispetta il quattro zampe e non si stravolge la sua natura. È bello sorridere e far sorridere, e alcuni di loro sono anche contenti di stare al caldo e avere complimenti e carezze in più, per non parlare poi, della felicità dei loro genitori adottivi quando portandoli fuori ottengono elogi e attenzione! Anche i quattro zampe hanno il loro lato fashion!

Ho parlato di psicosegreti del look di umani e quattro zampe a Dress Code, su Radio Cusano Campus del 21 gennaio 2023, con Annalisa Colavito. Clicca qui per ascoltare il podcast della trasmmissione

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By Paola Pizza, 19 Gennaio 2023 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

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Paola Pizz

Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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