Scarpe e eventi. Le scarpe sono protagoniste anche di mostre e eventi artistici che celebrano i loro significati culturali.
Ci sono le donne, con le loro passioni e il loro diverso modo di raccontarsi, tra le 40 paia di scarpe esposte nella mostra I’m not Cinderella, I just love shoes (dal 16 novembre 2018 al 17 marzo 2019) al quarto piano dello splendido Departement Store T Fondaco dei Tedeschi di Venezia (DFS Italia – Gruppo LVMH), un mix tra storia e lusso, creatività e tradizione, artigianalità e sogno.
In una scenografia che ha lo stesso colore delle scatole da scarpe, c’è una lunga sequenza di ante di armadio chiuse. Solo ai quattro angoli della sala le ante sono aperte, svelando il contenuto. Ci sono abiti, borse, molte scatole, e qualche oggetto: tutto bianco. Dal bianco (colore della consapevolezza e dell’illuminazione psichica) emergono come guizzi emotivi i colori dei fantastici modelli di Christian Dior, Givenchy, Emilio Pucci, Fendi, Nicholas Kirkwood, Kenzo, Loewe provenienti dal Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi e prodotti dal calzaturificio Rossimoda sinonimo di eccellenza nella produzione delle calzature di lusso (appartenente oggi al Fashion Group LVMH). Le scarpe sono a terra, sulle scatole, o dentro l’armadio: pronte per essere indossate da donne che desiderano esprimere la propria unicità.
La mostra è suddivisa in 4 angoli in base a 4 profili psicologici (che ho delineato come consulente della mostra) di donne che amano i tacchi: Eleganza equilibrata, Ambizione grintosa, Successo estetico, Creatività audace. Clicca qui per saperne di più.
Le scarpe sono state scelte per raccontare questi quattro profili di donna.
Una mostra – evento sulla passione per le scarpe estreme, che parla del loro potere trasformativo. Al Victoria and Albert Museum di Londra, fino al 31 gennaio 2016, 200 paia di scarpe che provocano piacere e dolore, puniscono e premiano, elevano e intrappolano, permettono di andare veloci o ostacolano. Scarpe che secondo la curatrice della mostra, Helen Persson, sono potenti indicatori di genere, status, identità, gusto e persino di preferenze sessuali.
Trasformazione, status, seduzione, ossessione sono le parole chiave della mostra.
Dai sandali da bagno dell’Antico Egitto, in legno e madreperla, che permettevano di elevarsi da terra e mostrare il proprio rango, alle Super Elevated Gilles di Vivien Westwood, piattaforme altissime blu royal, che nel 1993 fecero cadere in passerella Naomi Campbell. Dagli altissimi Tendona Sandal di Manolo Blahnik, alle fetish Armadillo shoes di Alexander McQueen e ai Rainbow di Ferragamo, con la zeppa altissima a strati colorati come un arcobaleno. Dalla scarpa di Cenerentola Swarovski, tacco 15 in cristallo a 221 sfaccettature, ai futuristici sandali Nova di Zaha Hadid, per finire con un muro di scatole di scarpe, con tanto di polaroid, per simbolizzare tutte le scarpe che non ci sono, ma avrebbero potuto esserci.
Ai piedi degli dei. L’arte della calzatura tra antica Roma, cinema colossal e moda contemporanea. Firenze, Palazzo Pitti, Museo della moda e del costume dal 17 dicembre 2019 al 19 aprile 2020.
Una mostra dove antico e contemporaneo si confrontano. Le scarpe della storia ( le caligae dei soldati romani, i sandali delle cortigiane greche, i calzari indossati dall’aristocrazia romana) dialogano con le scarpe create dallo storico calzaturificio Pompei per i grandi colossal cinematografici (Ben Hur, Il gladiatore, Cleopatra), e con i modelli contemporanei dei più celebri stilisti come Emilio Pucci, Salvatore Ferragamo, Yves Saint Laurent, Genny, Céline, Richard Tyler, Renè Caovilla, Donna Karan.
Una mostra sulle “scarpe che ieri come oggi, raccontano molto della persona che le indossa” e sulla “seduzione che è da sempre un aspetto connaturato a questo indumento che svolgeva un ruolo simbolico anche nei riti antichi“. Le scarpe dalla cultura greco-romana ai tempi moderni, con alcuni modelli iconici (come il sandalo rosso di René Caovilla, o i sandali alati di Salvatore Ferragamo che fanno pensare a Mercurio messaggero degli dei, o il sandalo di Genny che richiama i sandali greci, o quelli di Donna Karan (prodotti dal calzaturificio Rossimoda).
Psicologia delle scarpe. Dimmi che scarpe indossi e ti dirò chi sei
Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.
Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.
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