Quando sbagliamo abito proviamo emozioni negative che ci mettono in difficoltà. Vi siete mai trovati in una di quelle situazioni imbarazzanti in cui ci guardiamo intorno e ci rendiamo conto di essere vestiti di bianco mentre gli altri sono vestiti di nero, o smaccatamente eleganti mentre tutti sono sobri e informali?
Per alcuni questo tema appare anche nei sogni ricorrenti nei quali l’inconscio parla delle nostre emozioni rimosse mostrandoci senza abiti o con abiti inadeguati, in mezzo agli altri che ci guardano.
L’abito è come una pelle contenitiva, un Io Pelle che rappresenta:
Quando sbagliamo abito questa pelle contenitiva non ci protegge più e ci sentiamo vulnerabili agli attacchi e alle intrusioni. Sentiamo che la nostra identità vacilla sotto gli sguardi (reali o temuti) degli altri.
L’abbigliamento è una forma di presentazione di noi che ha lo scopo di influenzare gli altri fornendo loro una determinata idea su chi siamo.
Ci presentiamo con due diverse modalità:
Ci sono poi due profili di personalità che portano a diverse presentazioni di sé.
Normalmente chi ha questo profilo tende ad informarsi prima di decidere per un outfit, ma talvolta può comunque desumere le informazioni sbagliate, o essere stato fuorviato da esperienze passate. Vi ricordate Bridget ne Il Diario di Bridget Jones quando va vestita da coniglietta ad una festa di famiglia che precedentemente era stata in costume, ma che in quel caso non lo è? Imbarazzo totale, occhi puntati su di sé, sorrisini denigratori, commenti salaci: non le resta che appartarsi con le sole due persone che come lei hanno per sbaglio scelto il costume!
Avete presente Julia Robert nel bello spot pubblicitario di La vie est belle di Lancome? Sorriso radioso, abito luminoso e bianco in mezzo a persone vestite di nero, indipendente dagli altri fino a liberarsi dei lacci della conformità che tengono legati tutti gli altri. Chi non ha sognato di sentirsi così?
Chi ha questo profilo tende ad incarnare il mito di Coco Chanel quando diceva che “ per essere davvero unici bisogna essere diversi”.
Poiché i giudizi negativi degli altri (sia quelli reali che quelli solo temuti) sono una minaccia alla nostra identità tendiamo a difenderci con strategie di reazione per diminuire la sofferenza. Ecco cosa si può fare.
FUGA – Per qualcuno l’imbarazzo è così forte che l’unica strategia è la fuga. Rimedio radicale, che smarphone alla mano, fa fingere una improvvisa emergenza sul lavoro o a casa per togliersi dal problema!
DISTRAZIONE – Questa strategia consiste nello spostare l’attenzione dall’interno all’esterno, da noi ad un’altra persona o un oggetto. Per esempio attraverso un confronto verso il basso, osservando una persona che è vestita in modo ancora meno adeguato di noi, oppure concentrandoci sull’eccentricità di qualcuno o sul minimalismo del buffet.
MINIMIZZAZIONE – Questa strategia consiste nel relativizzare. Anziché proiettare i propri pensieri nel futuro, prevedendo cose drammatiche chiedersi: “cosa potrà mai succedere? e allora? Non si può sempre controllare tutto!
In questi casi aiuta anche un po’ di sana autoironia: ridere di sé e prendersi in giro. Vi immunizza dai giudizi degli altri prevenendoli e li rende ininfluenti. Potere di una risata!
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Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.
Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.
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