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in Psycho Look

Libera la seduzione che è in te

  • 23 Ottobre 2019
  • By Paola Pizza
  • 2 Comments
Libera la seduzione che è in te

Come vivi la seduzione? Ti piace sedurre e conquistare gli altri? O, invece, la seduzione ti imbarazza? Quand’è che ti senti seduttiva/seduttivo? Ti sentivi seduttiva/seduttivo in passato e adesso non più?

La seduzione è un’arte che va coltivata. È l’impalpabile forza con la quale avviciniamo e affasciniamo gli altri e ne catturiamo l’attenzione e l’affetto. Per riuscire ad affascinare gli altri, è necessario sedurne l’inconscio. Si viene sedotti nell’inconscio e si seduce con l’inconscio. Oltre all’energia magnetica del corpo, all’incanto di abiti e accessori che rivestono il corpo e lo fanno parlare, occorrono le emozioni, l’intelligenza, l’empatia, la leggerezza, l’ironia e la capacità di gioco. La bellezza non è tutto quando si vogliono attrarre gli altri.

Come nasce il bisogno di sedurre

Per Freud la prima relazione seduttiva è quella con la madre che attua una “seduzione precoce” manipolando il corpo del neonato. Attraverso la sua capacità empatica, anticipa e soddisfa i desideri del bambino in modo gratificante per entrambi. Dalla identificazione primaria con la madre si sviluppa la capacità di sedurre nella vita adulta.

Il bisogno di sedurre inizia nella prima infanzia quando il bambino attua una “conquista seduttiva” nei confronti dei genitori per ottenerne l’approvazione e l’incoraggiamento, necessari alla formazione del sé e dell’autostima.

Anche da adulti continuiamo ad avere bisogno di nutrire la nostra autostima e cerchiamo la seduzione come conferma del nostro valore e come modo per entrare in relazione con gli altri. Spesso l’attrazione accende l’immaginazione, ed è frutto sia di aspirazioni inconsce (l’immagine ideale dell’altro che ci portiamo dentro), che di valutazioni consce (aspetto fisico, età, posizione sociale, somiglianze). Il linguaggio della seduzione si esprime principalmente attraverso il corpo con la comunicazione non verbale.

Desideri e paure

Per alcuni la seduzione è desiderio, per altri è inquietudine, paura di perdersi e di essere rifiutati. Il motivo è contenuto nell’etimologia della parola che contiene una ambiguità: da una parte la capacità positiva di attrarre a sé, conquistare e guadagnarsi l’attenzione; dall’altra le trame più inquietanti e perverse per dominare o ottenere qualcosa, irretendo, sviando, o traviando con false promesse o lusinghe.

Seduzione deriva, infatti, dal latino SEDUCERE che è composto da SE, che indica separazione e DUCERE, condurre. Contiene quindi contemporaneamente un significato negativo e uno positivo:

  1. Condurre fuori dalla retta via con astuzia.
  2. Attrarre con il proprio fascino.

Desideri e paure, Eros e Thanatos, vita e morte si intrecciano in questa intrigante parola e nei suoi significati profondi.

Seduzione è anche amore per sé stessi

“A tutti piace piacere, ma per piacere bisogna piacersi”, come scrive lo psicoanalista Giacomo Daquino nel suo libro Seduzione, “la conquista del fascino è anche il risultato di un sano amore per sé stessi”. Piacersi di più per piacere agli altri è allora l’imperativo della seduzione.

Per essere seduttivi è necessario coltivare la fiducia in sé stessi e soprattutto fuggire dallo stereotipo della perfezione. Ognuno di noi ha pregi e difetti. L’importante è saper valorizzare i punti forti e farne tesoro.

Sedurre, scrive Maria Menditto in Autostima al femminile, “significa attingere a delle parti nascoste e velate che ognuno di noi ha dentro e che vanno svelate al mondo. È l’affermazione discreta e sensuale del valore e della piacevolezza. Vuol dire essere osservatrici dei codici e dei linguaggi che colpiscono e impressionano l’altro. Vuol dire legare l’altro a sé senza catene, con la semplice attrattiva personale” (p. 151).

Seduzione e sessualità

Per sedurre è importante essere in contatto con sé stessi, con le nostre emozioni e con la nostra sessualità.

Quello che conta è mettersi in gioco, senza paura del risultato e soprattutto senza timore di lasciarsi andare.

La seduzione porta infatti a riscoprire la sensualità e l’eros che è una forza vivificante e creativa.  Il corpo, enfatizzato dagli abiti che lo coprono e lo svelano, attraverso i movimenti, attrae e svela emozioni. Con i colori, i tessuti, i modelli, i tacchi, le pietre, il corpo incanta e seduce: è un corpo emozionale che porta i rapporti su un piano sensuale e fa sentire importanti e speciali.

Gli stereotipi sulla bellezza

La seduzione, naturalmente, non dipende solo dalla bellezza fisica. Ci sono molte persone belle ma prive di fascino, così come ne esistono molte che pur non essendo perfette hanno fascino da vendere. La seduzione, scrive Maria Menditto, è “uno stile di comunicazione del proprio corpo e dei nostri sensi che riguarda tutti, indipendentemente dall’aspetto fisico, dall’età, e dallo status sociale” (p. 143). Uno degli stereotipi estetici da combattere è quello che lega la seduzione alla bellezza e all’età. Un altro è quello che associa la bellezza alla perfezione.

Hai presente Iris Apfel (“non sono bella e non lo sono mai stata, ma ho qualcosa di molto più importante, lo stile”) che aveva 100 anni ed era ancora una icona di stile? O le modelle Winnie Harlow che ha la vitiligine o Georgia May Jagger, Vanessa Paradise e Ashley Smith che hanno uno spazio tra i due denti incisivi, e sono riuscite a rompere la regola imperante della perfezione imponendo una nuova fisicità? Charme da vendere.

Si può essere seduttive affascinanti e attrattive perché sagaci, brillanti, ironiche,estroverse, empatiche e capaci di comprendere e suscitare emozioni.

Le trappole cognitive della seduzione

Anche se non è l’unico, il primo elemento che seduce è indubbiamente la bellezza (considerata in modo diverso a seconda di chi guarda).

Osservando la bellezza, la nostra mente cade molto spesso in una trappola cognitiva che ci porta ad associarla a caratteristiche positive che non hanno nessuna relazione oggettiva con la bellezza. Seguendo la scorciatoia cognitiva (euristica) “ciò che è bello è buono”, se una persona è bella tendiamo a pensare che sia anche buona, competente, credibile. Si creano in questo modo delle aspettative positive che plasmano il nostro comportamento.

Molte ricerche confermano che i bambini belli ricevono più carezze, sorrisi e baci, che a scuola ricevono maggiore considerazione dagli insegnanti. Le ricerche sulla persuasione condotte da Robert Cialdini, dimostrano anche che, a parità di competenza comunicativa, una persona gradevole influenza di più ed è più ascoltata.

Possiamo fare molto per curare il nostro aspetto e apparire più belle, più gradevoli, più affascinanti attraverso uno stile che sia espressione della nostra identità e della nostra originalità.

Seduttori non si nasce ma si diventa

La seduzione non è una dote innata, ma il frutto del lavoro su noi stessi e sulla nostra autostima. Parte dalla nostra psiche e coinvolge la personalità, l’identità, la comunicazione e tutte le qualità che ci caratterizzano come persona unica e particolare.

Per Giacomo Dacquino , “a una analisi superficiale sono favoriti nella seduttività coloro che emergono per intelligenza, bellezza, ricchezza, notorietà; nella sostanza però sono agevolate le persone che hanno potere seduttivo psichico, poiché il vero fascino affonda le radici in un narcisismo sano, cioè in una armonia interiore che si manifesta con serenità, ironia, buon senso, generosità, educazione, stile, naturalezza” (p 134). Cerca allora il tuo stile unico e particolare e libera la seduzione che è in te!

Cosa puoi fare in pratica per liberare la seduzione che è in te

  1. Inizia con liberare la tua fantasia. Il gioco seduttivo è un elemento costruttivo dei rapporti interpersonali. L’importante è il gioco, non il risultato!
  2. Guarda più dentro di te, che fuori di te. È dentro di te che sta il tuo valore. Trasformalo in uno stile da indossare che ti renda unica, senza preoccuparti troppo degli altri.
  3. La perfezione è molto lontana dalla seduzione. Gioca anche con i tuoi difetti, trasformandoli in un punto di forza. “Io sono così e te lo faccio vedere”.
  4. La seduzione è anche trasgressione. Esci dagli schemi, dal bisogno di controllo, dai “non si può” e dai “non si deve”.
  5. Ama il tuo corpo e coccolalo per come è. Supera il timore di esporti e la vergogna, con l’ironia.

Cosa puoi fare ancora con gli abiti e gli accessori

  1. Scegli abiti e accessori che ti valorizzano ed esprimono la tua unicità.
  2. Osa con i colori e gli accessori, è un ottimo modo per comunicare le tue emozioni.
  3. Analizza i ruoli che interpreti nella vita di relazione e riscopri anche quello di amante e seduttrice, scegliendo con cura sia gli abiti, sia i colori e i tessuti, che le scarpe, i monili e la biancheria intima.
  4. Lasciati andare al piacere delle piccole cose. La moda è un transfert seduttivo. Senza una giusta dose di erotizzazione che piacere c’è ad indossare abiti stupendi, a calzare scarpe da urlo e ornarsi con monili intriganti?
  5. Nel rapporto con la tua femminilità, ama e rispetta anche il lato opposto di Eva, Lilith. Se Eva si è adattata alla sottomissione dopo la cacciata dal paradiso, Lilith invece non si è voluta sottomettere all’uomo, ed è l’archetipo della donna autonoma, libera e audace. Come afferma Jung, dobbiamo accettare anche il nostro lato ombra e integrare l’immagine della donna come madre buona che nutre, protegge e salva, con quella della donna prostituta, adescatrice, strega o drago.

Esibire o nascondere?

La seduzione non è ostentazione, ma allusione, erotismo pudico. Dall’intimità del passato si è arrivati all’esibizione del corpo e all’ostentazione degli oggetti che lo rivestono. A Parigi si apre una mostra che parla di come è cambiato il concetto di intimità, di privato, di personale: L’intime, de la chambre aux réseaux sociaux (Mad 15 ottobre- 30 marzo 2025).

Il sociologo Brian McNair definisce la società attuale “pornografizzata”. Una società nella quale si mettono in mostra le esperienze intime e il privato diventa pubblico, dove si esiste solo se si è guardati, e se si esibisce il corpo, gli abiti e gli accessori, il trucco (ne ho parlato nella nuova edizione di Psicologia sociale della moda). La dinamica tra esibire e nascondere è sempre presente nella moda e nel suo transfert seduttivo. Ma come è cambiato il senso dell’intimità? Come si è passati dall’intimità al sesso visivo e all’ostentazione? Ne ho parlato con Antonella Rossi su Vanity Fair di ottobre 2024, nell’articolo Giardini segreti

Ho parlato della lingerie esibita, tendenze moda primavera estate 2023, su D la Repubblica (del 4 febbraio 2023) nell’articolo di Gaia Passi, Così come siamo. Naturalmente, come per tutte le tendenze, dipende dall’identità di chi la indossa, dagli obiettivi, dal contesto e naturalmente dagli abbinamenti. Una cosa è un blazer portato a pelle che lascia intravedere un corsetto, altra cosa è un look come quello proposto nell’articolo! Trovo che un po’ di seduzione nella moda renda più empowerment il proprio stile. Ma il gioco della seduzione è ’”erotismo pudico”, non esibizione!

Vuoi saperne di più?

La dinamica psicologica tra esibire e nascondere è stata anche una delle caratteristiche della Milano Fashion week primavera estate 2025. Clicca qui per saperne di più

Leggi anche i post Prendi la tua immagine nelle tue mani e Fashion coaching

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By Paola Pizza, 23 Ottobre 2019 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.
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Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

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Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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