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Cos’è la psicologia della moda

  • 14 Marzo 2020
  • By Paola Pizza
  • 4 Comments
Cos’è la psicologia della moda

Ti stai chiedendo cos’è la Psicologia della moda? Ti racconto di cosa si occupa questo settore della psicologia e come ho iniziato a lavorare in questo ambito, quali sono i suoi campi di applicazione e come può aiutarti.

Come si può definire la Psicologia della moda

La Psicologia della moda considera l’abbigliamento come uno dei linguaggi che collegano corpo e psiche. Il suo obiettivo è svelare attraverso la moda, il linguaggio inconscio. Abiti, accessori e colori sono considerati come un transfert che attualizza sentimenti, emozioni, cognizioni, desideri, conflitti e paure. La moda fa parlare la psiche e contribuisce a definire l’identità.

Gli abiti sono inevitabili. Essi non sono altro che la struttura della mente resa visibile”.

James Laver, Moda e costume

La Psicologia della moda non si ferma all’immagine, ma indaga i significati simbolici di abiti e accessori, considerati come una forma di conversazione che coinvolge il sé e gli altri in un processo di influenza reciproca.

Possiamo dire che non si sofferma sulla sostanza della moda, ma ne indaga le funzioni: a cosa serve, quali bisogni soddisfa, come contribuisce all’espressione di sé e all’interazione sociale, come influisce sul benessere e sull’autostima.

Gli obiettivi della Psicologia della moda

Le mete che si pone la psicologia della moda sono:

  • far conoscere il linguaggio inconscio che ogni persona esprime attraverso la moda  
  • rendere più consapevoli dell’influenza della moda nella costruzione dell’identità personale e sociale
  • rendere più forte l’autostima e aiutare a migliorare il rapporto con il proprio corpo
  • sviluppare le abilità comunicative parlando non solo con le parole, ma anche con l’aspetto esteriore
  • promuovere l’empowerment di sé
  • lavorare su una moda inclusiva che superi i pregiudizi estetici e promuova una bellezza che viene da dentro

In sintesi, la psicologia della moda aiuta ad avere una maggiore consapevolezza della propria identità, e a fare un progetto di sviluppo del sé e della propria comunicazione, attraverso il guardaroba.

Da quando mi occupo di Psicologia della moda

Tutto è cominciato nel 1992 quando ho iniziato a insegnare Comunicazione al Polimoda di Firenze. Da quel momento la moda non è stata più soltanto una passione, ma un ambito affascinante di studio, di ricerca e di lavoro. Mi sembrava importante dimostrare che la moda non è solo superficie e immagine, ma anche profondità e psicologia. Fino al 2016 ho insegnato in questo Istituto: Psicologia della vendita, Psicologia sociale della moda, Psicologia del consumo, Sviluppo del pensiero creativo, sia nei corsi triennali che nei Master.

Se prima mi sentivo una Psicologa Sociale che si occupava di formazione e consulenza aziendale, dal 1992 ho iniziato a pensarmi anche come Psicologa della moda. In tutti questi anni mi sono molto impegnata a sviluppare e a far conoscere la psicologia della moda, che ha preso sempre più spazio nel mio lavoro di formatrice e consulente.

Ho scritto due libri sulla psicologia della moda (nel 2010 e nel 2016, usciti in una nuova edizione nel 2024), Psicologia sociale della moda. Abbigliamento e identità (QuiEdit) e Psicologia dello shopping. Abiti e tacchi QuiEdit); un ebook dedicato agli psicologi, Vestire l’inconscio (Amazon Kindle); un libro sulla psicologia della bellezza, Il coraggio di piacersi (FrancoAngeli) e un volume sulla psicologia del colore insieme a Valeria Viero, Il colore indossato. Psicologia e simbologia dei colori dell’armadio (FrancoAngeli). Ho inoltre fondato nel 2014 questo blog ed ho formato molti consulenti di moda e psicologi, collaborato con aziende su progetti ed eventi, e rilasciato molte interviste a giornali, radio e TV.

Clicca qui se vuoi vedere la rassegna stampa con gli articoli che citano i miei studi sulla psicologia della moda e le interviste in radio e in TV.

Attualmente sono coordinatrice didattica e docente del primo Master italiano in Psicologia della moda e dell’immagine (ESR Italia), e dirigo per l’editore QuiEdit la Collana di Psicologia della moda. Clicca qui per vedere il mio profilo

Come può aiutarti la Psicologia della moda

Alcuni pensano di dover andare dagli psicologi solo in caso di problemi gravi. Ma questo non è altro che un pregiudizio sulla salute mentale. Le psicologhe e gli psicologi forniscono un supporto per la cura di sé e aiutano a sviluppare il benessere anche nel rapporto con il proprio corpo e la propria immagine.

La Psicologia della moda può aiutarti a:

  • Scoprire che la bellezza viene da dentro non è solo immagine
  • Comunicare con più efficacia la tua identità e raggiungere gli obiettivi interpersonali (nella vita privata e sul lavoro) attraverso abiti, accessori e colori
  • Migliorare la tua autostima e sentirti più sicura/sicuro migliorando il rapporto con il tuo corpo
  • Riprendere la tua immagine nelle tue mani e smettere di sentirti in colpa se non hai una immagine perfetta
  • Creare in modo autonomo uno stile che ti renda libera/libero e ti dia potere, senza doverti conformare alle regole imposte da altri
  • Spezzare le catene dei condizionamenti e degli stereotipi e vivere un rapporto assertivo e inclusivo con la moda
  • Liberare il piacere nella relazione con la moda, superando paure e blocchi emotivi.

Gli strumenti della Psicologia della moda

Attraverso colloqui, test sull’identità e sulle dimensioni di personalità espresse attraverso i colori, e l’analisi dell’armadio, si arriva a definire un piano di sviluppo personale che aiuta ad esprimersi con più efficacia con abiti e accessori, e a superare i blocchi emotivi che impediscono di avere un buon rapporto con la propria immagine. La consulenza di psicologia della moda può svolgersi in studio, a casa dei clienti o on line (la forma più snella, pratica e conveniente).

La mia consulenza di Psicologia della moda

Colloqui di Fashion Psychology Coaching (on line) per migliorare il rapporto con la tua immagine e il tuo corpo.

Preferisci un corso di formazione? Scegli i miei corsi di formazione on line individuali (in modalità sincrona) e intensivi , o i miei corsi per ESR Italia, o il Master in Psicologia della moda e dell’immagine (ESR Italia)

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Gli studi psicologici sulla moda: le basi

Come ho scritto nel mio libro Psicologia sociale della moda. Abbigliamento e identità:

negli studi psicoanalitici e sociologici dei primi decenni del 1900  la moda è stata considerata come una forma di espressione sia della competizione di classe (Georg Simmel) che della competizione sessuale (John Carl Flügel). Non c’è dubbio che queste chiavi di lettura, per quanto affascinanti e lungimiranti, siano relative ad un contesto culturale, sociale e politico diverso da quello attuale: oggi i significati che riveste la moda sono molteplici così come le sue funzioni“

Paola Pizza, Psicologia sociale della moda, p. 11

Il concetto di divisione di classe è completamente superato nella società liquida, così come è lontana dalla realtà attuale la dialettica tra pudore e esibizione cara a Flügel. Egli considerava la moda come un sintomo nevrotico e affermava che:

i vestiti assomigliano a un perpetuo rossore sul corpo dell’umanità”.  

John Carl Flügel, Psicologia dell’abbigliamento, p. 33

La nostra è piuttosto la società dell’omologazione, dell’apparenza e del mostrarsi ostentato.

Gli studi psicologici sulla moda: lo sviluppo

Oggi possiamo dire che la moda permette di salire su un palcoscenico, di mostrare agli altri chi siamo e di rivelare anche a sé stessi, sentimenti, emozioni desideri. È necessario quindi indagare la moda come un fenomeno sociale che mette l’individuo in relazione con il gruppo.

Fu il sociologo Georg Simmel, nel 1911, a introdurre il concetto di società negli studi sulla moda, affermando che la moda:

“fornisce all’uomo uno schema per cui provare in modo inconfutabile il suo legame con la collettività”.

Georg Simmel, La moda, p. 51

In tempi più recenti, lo psicologo sociale Marc-Alain Descamps  ha sostenuto che nella moda:

la dimensione sociale supera di gran lungo la dimensione psicologica personale” e che “ ogni abito è una uniforme che ha senso solo in relazione ad un gruppo”. (…) Definisce la moda come “un fenomeno psicosociale complesso” e come “un contagio imitativo che comprende numerosi vettori, ciascuno dei quali corrisponde a uno dei domini della nostra società

Marc-Alain Descamps, Psicosociologia della moda. pp. 55 e 21

Lo psicosociologo Jean Stoetzel, ha definito la moda come:

una istituzione sociale degna di nota, che realizza un felice equilibrio tra il desiderio di conformità, di approvazione e di sicurezza, e il desiderio di distinzione, d’individualismo e di singolarità”.

Jean Stoetzel , Psicologia sociale, p. 179

Nel mio libro Psicologia sociale della moda, (che è uscito nella sua prima edizione nel 2010 ed è stato adottato come testo di esame nel corso di Psicologia Sociale all’ Università di Verona), ho definito il campo di analisi della moda come uno spazio tra sogni, desideri e realtà.

Propongo di orientarsi nello studio della moda, intesa come fenomeno sociale, attraverso una bussola con 5 vertici:

  • influenza sociale
  • comunicazione e relazione
  • obiettivi e motivazioni
  • identità personale e sociale
  • conoscenza sociale.

La moda come fenomeno sociale

Per comprendere la moda dobbiamo collocarla nella fitta rete di relazioni tra individuo, gruppo e società, e considerarla come:

  • autocostruzione del Sé e progetto identitario
  • dialogo tra il Sé reale e il Sé ideale  
  • mezzo per influenzare l’idea che gli altri hanno di noi
  • strumento di comunicazione relazionale e di conoscenza di Sé e degli altri
  • mezzo per raggiungere con più efficacia gli obiettivi e le mete che ci poniamo.

Si dice spesso che gli abiti sono come un sogno, e Sigmund Freud ci ha svelato che il sogno è un linguaggio che fa parlare l’inconscio. Possiamo dire quindi che:

la moda è come un sogno collettivo, nel quale gli altri sono sempre presenti come modello o oggetto dei nostri desideri e delle nostre paure: un sogno che coglie le intricate relazioni tra individuo, gruppo e società, tra il desiderio di essere accettati e quello di essere ammirati, tra individualismo e appartenenza ad un gruppo”

Paola Pizza, Psicologia sociale della moda, p. 8

In TV si parla di Psicologia della moda!

Ho parlato di Psicologia della moda in molte trasmissioni televisive (su Rai 1, Rai 2, Rai Italia, Rai Televisione Svizzera, Tv Cusano Italia) e radiofoniche. Clicca qui per scoprire l’elenco negli anni e vedere e sentire i podcast. Qui sotto ti propongo la trasmissione RAI L’Italia con voi (in onda il 12 febbraio 2020 e visibile su Rai Play), dove ho parlato dei significati psicologici delle scarpe con la conduttrice Monica Marangoni e il presidente di Assocalzaturifici Siro Badon.

Ho parlato di come la psicologia della moda può aiutare a migliorare il rapporto con il corpo e con l’immagine a TV Cusano Italia nella trasmissione 1 2 3 Stile (23 ottobre 2021)

La psicologia della moda sulla stampa

Ho parlato di Psicologia della moda su molte riviste e quotidiani. Clicca qui per leggere tutte le mie interviste nei diversi anni. Qui sotto l’intervista su Psiche e moda, Oltre lo specchio, su D La Repubblica del 24 settembre 2022

Vuoi approfondire lo studio della psicologia della moda con un Master?

Sei una psicologa/psicologo o hai una laurea in materie umanistiche? Vorresti usare gli strumenti della psicologia della moda nel tuo lavoro di consulente? Completa la tua formazione con il Master on line in Psicologia della moda e dell’immagine di ESR Italia. Clicca qui per avere maggiori informazioni

Ecco una bibliografia per approfondire la psicologia della moda

  • Barthes, R. (1970). Sistema della moda. Torino: Einaudi
  • Barthes, R. (2006). Il senso della moda. Torino: Einaudi
  • Baumgartner, J. (2012). You Are What You Wear. Boston: Da Capo Press
  • Calefato, P. (2007). Mass moda. Roma: Meltemi
  • Curcio, A.M. (1992). La moda: identità negata. Milano: Franco Angeli
  • Davis, F. (1993). Moda. Cultura e identità. Bologna: Baskerville
  • Descamps, M.A. (1981). Psicosociologia della moda. Roma: Editori Riuniti
  • Di Rienzo, M. (1998). Il colore vissuto. Roma: Edizioni Magi
  • Flügel, J.F. (1974). Psicologia dell’abbigliamento. Milano: Angeli
  • Kawamura,Y. (2006). La moda. Bologna: il Mulino
  • König, R. (1992). Il potere della moda. Napoli: Liguori
  • Laver, J. (2003). Moda e costume. Milano: Rizzoli
  • Lemoine Luccioni, E. (2002). Psicoanalisi della moda. Milano: Bruno Mondadori
  • Monneyron, F. (2008). Sociologia della moda. Bari: Laterza
  • Pizza, P. (2024). Psicologia sociale della moda. Abbigliamento e identità. (seconda edizione), Verona: QuiEdit
  • Pizza, P. (2024). Psicologia dello shopping. Abiti e tacchi. (seconda edizione), Verona: QuiEdit
  • Pizza, P. (2019). Vestire l’inconscio. La psicologia della moda come nuovo ambito di lavoro per gli psicologi. Amazon Kindle book
  • Pizza, P. (2021). Il coraggio di piacersi. Milano: FrancoAngeli
  • Pizza, P., Viero, V. (2023). Il colore indossato. Psicologia e simbologia dei colori dell’armadio . Milano: FrancoAngeli
  • Ricci Bitti, P.E., Caterina, R. (a cura di). (1995). Moda, relazioni sociali e comunicazione. Bologna: Zanichelli
  • Simmel, G. (1985). La moda. Milano: Mondadori  
  • Stoetzel, J. (1973). Psicologia sociale. Roma: Armando
  • Vincenzi, G. (2022). L’abito non mente. Santarcangelo: Foschi
  • Volli, U. (1998). Block Modes. Il linguaggio del corpo e della moda. Roma: Lupetti
  • Wilson, E. (2008). Vestirsi di sogni. Milano: Franco Angeli

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By Paola Pizza, 14 Marzo 2020 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.
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Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

4 Comments
  • Cristina
    22 Marzo 2020

    Tutti gli aspetti dell’argomento vengono toccati in maniera approfondita ed i concetti sono molto chiaramente spiegati. Io personalmente ho letto tutte le pubblicazioni della Dottoressa, anche gli spunti di riflessione offerti sono tantissimi!! Eccellente lavoro!! Consigliato a tutti.

  • Silvana
    22 Marzo 2020

    Siamo immersi in una società e in un mondo che intuiamo e non conosciamo. Trovo quindi estremamente interessante quanto esposto e spiegato in modo preciso ma quasi giocoso dalla Dottoressa. Si vede la realtà della moda da una prospettiva del tutto nuova.

    • Paola Pizza
      23 Marzo 2020

      È proprio così. La psicologia della moda fa scoprire la complessità che c’è dietro un semplice “mi piace”. Ci aiuta a capire che quando scegliamo un abito, un colore, un accessorio raccontiamo molto di noi agli altri. Non tutti ne sono consapevoli, e soprattutto non tutti sanno come usare la moda per raggiungere con più efficacia i propri obiettivi sia nella vita privata che sul lavoro.La psicologia della moda può fornire un valido aiuto per trovare uno stile che sia espressione della propria identità.

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Paola Pizz

Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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