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L’abito parla di te

  • 8 Marzo 2022
  • By Paola Pizza
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L’abito parla di te

L’abito parla e racconta molte cose di te agli altri. Ne sei consapevole? Ogni volta che decidi di indossare un abito, un accessorio, un colore comunichi agli altri le tue emozioni, i tuoi pensieri, i tuoi obiettivi.

Come ho scritto nel mio libro Il coraggio di piacersi, “gli abiti sono una forma di comunicazione che ci permette di fare un uso mentale dei contenuti psichici” sono quindi un modo per portare all’esterno ciò che abbiamo dentro. Parlano per noi anche quando restiamo in silenzio.

Con l’abbigliamento comunichiamo agli altri chi siamo, rendiamo immediatamente visibile la nostra identità, e cerchiamo di influenzare l’idea che gli altri hanno di noi. Attraverso gli abiti, gli accessori e i colori confermiamo anche a noi stessi chi siamo, e cerchiamo di trovare un equilibrio tra come siamo (sé reale), come vorremmo essere (sé ideale) e come pensiamo di dover essere (sé imperativo).

Abbigliamento e prime impressioni

Attraverso il nostro abbigliamento gli altri si formano delle prime impressioni su di noi. Acquisiscono informazioni che contribuiscono alla conoscenza e alla formazione della reputazione. Stessa cosa facciamo noi sugli altri.

Quante volte vi siete fatti un’idea di una persona in base all’abbigliamento? Osserviamo il taglio dell’abito, la qualità della stoffa, il colore, le scarpe, i monili, gli occhiali, la borsa, l’effetto d’insieme, il trucco, l’acconciatura. Tutti questi sono indizi da cui traiamo inferenze in base alle quali attribuiamo caratteristiche di personalità, ruoli, status, valori.

Le prime impressioni (l’effetto priming messo in luce dallo psicologo Asch), creano un legame inconsapevole con l’elaborazione di tutte le informazioni successive. Il nostro aspetto esteriore è quindi il nostro biglietto da visita! Se una persona ci appare come creativa, con facilità le/gli attribuiremmo un ruolo creativo o le/gli chiederemmo consiglio su un tema estetico o artistico. Possiamo deciderci di avvicinarci ad uno sconosciuto o ad una sconosciuta ad una festa solo perché il suo aspetto esteriore ce la fa percepire come simpatica/simpatico e simile a noi. Il linguaggio della moda ci comunica infatti molte informazioni, prima ancora di conoscere una persona.

L’abito parla come su un palcoscenico

Gli abiti e gli accessori che indossiamo sono una rappresentazione di noi stessi. Quando indossiamo un outfit è come se salissimo su un palcoscenico per interpretare la nostra identità. Alcuni si presentano in modo sincero, altri recitano una parte che non gli appartiene. A volte basta osservare i movimenti del corpo e la comunicazione non verbale per rendersi conto di quanta verità ci sia in un abito. Movimenti fluidi e armonia sono espressione di benessere e di autenticità. Movimenti impacciati e rigidità mostrano disagio con la propria immagine. Lo vediamo spesso in persone che indossano abiti che non li rappresentano perché scelti dagli altri.

L’abito parla e racconta storie diverse

Non tutti comunicano nello stesso modo con gli abiti e gli accessori. Possiamo individuare 4 diversi stili di comunicazione con gli abiti:

I comunicatori felici

Sono consapevoli della loro forza comunicativa e usano l’abbigliamento in modo consapevole per esprimere la propria identità. Provano piacere e sono gratificati dalla comunicazione attraverso gli abiti. Cambiano gli abiti, gli accessori e i colori per esprimere le emozioni e perseguire gli obiettivi

I comunicatori distratti

Sono inconsapevoli di ciò che il loro aspetto esteriore esprime agli altri. Usano abiti accessori e colori senza rendersi conto del loro effetto. Non cambiano abiti per raggiungere meglio gli obiettivi o ottenere un risultato. Sono indifferenti verso la moda e poco attenti alle emozioni comunicate attraverso l’aspetto esteriore.

I comunicatori difesi

Riducono l’uso dell’abbigliamento a capi basici con colori neutri o scuri. Si chiudono agli altri in modo difensivo senza mostrare mai le proprie emozioni con un taglio particolare, un colore ardito o un accessorio inusuale. Usano gli abiti come una conchiglia che protegge il loro io dagli attacchi. L’abbigliamento non gli procura piacere, ma piuttosto senso di disagio

I comunicatori mascherati

Usano gli abiti come maschera per coprire il loro vero sé e mostrare agli altri una immagine di felicità o di successo, spesso lontana dalla realtà. Anche per loro gli abiti, per quanto belli, non sono fonte di felicità e di piacere. Sostituiscono la loro identità con la loro immagine. Usano la moda come apparenza.

Due modi di presentarsi in relazione alla personalità

I diversi modi di comunicare possono essere messi in relazione anche a due diversi tipi di personalità:

Personalità a basso automonitoraggio

Sono persone che scelgono il look in base ai propri valori, atteggiamenti e comportamenti, senza essere influenzati dal parere degli altri. Nel presentarsi sono concentrati sul sé e con gli abiti, gli accessori, i colori, cercano sempre di esprimere la propria identità e unicità, senza paura del giudizio degli altri. Scelgono gli abiti per il piacere personale, in base alle proprie emozioni e preferenze.

Personalità ad alto automonitoraggio

Scelgono il look mettendo al primo posto le attese degli altri e si conformano al contesto e allo stile dominante per paura del giudizio. Con l’abbigliamento tendono a mostrare quegli aspetti di sé che gli altri desiderano vedere. La loro presentazione è sempre centrata sugli altri. Selezionano gli abiti non per la propria gratificazione, ma per piacere agli altri ed essere accettati. Sono fortemente influenzati dallo stile e dalle preferenze del proprio gruppo. Più è forte questo tipo di personalità, più la paura di non essere accettati può essere paralizzante.

Il linguaggio della moda

La moda è come un linguaggio. È un sistema di comunicazione non verbale che va sempre interpretato in base al contesto. Come ogni linguaggio ha una sua grammatica.

Può essere ricco di espressioni per tutti coloro che amano la moda, il gioco con gli abbinamenti, e che apprezzano l’avventura di andare alla ricerca del capo giusto per comunicare la propria unicità.

O può essere scarno per tutti coloro che vivono la moda con paura e senza passione, sentendosi incapace di esprimere la propria identità.

Talvolta usa parole nuove, talvolta vecchie, con uno stile innovativo e di tendenza oppure tradizionale, o vintage.

Può essere ricco di aggettivi e avverbi, con molti accessori che integrano e completano la comunicazione identitaria di un abito, o minimalista e privo di accessori.

Può esprimere verità o bugie. Per alcuni la moda è un modo per esprimere la propria autenticità, per altri è un costume di scena adatto al ruolo che vogliono recitare e che è lontano dalla loro realtà.

Qualche esempio di comunicazione con gli abiti?

L’abito parla per Chiara Ferragni che al festival di Sanremo 2023, ha indossato dei look messaggio (creati per lei da Mariagrazia Chiuri) che parlano del diritto di essere se stesse, di avere un corpo e di amarlo, senza paura dei giudizi degli altri e senza lasciarsi imprigionare dai pregiudizi di ruolo. Clicca qui per leggere il post che ne parla.

L’abito parla per Letizia Ortiz che ha indossato la camicia tradizionale vyshyvanka simbolo dell’identità Ucraina, in segno di solidarietà, o nel caso della maxi t-shirt con i colori della bandiera ucraina regalata da Demna Gasvalia agli ospiti per la sfilata di Balenciaga. Comunicazione con gli abiti anche per la deputata Alexandria Ocasio Cortez che al Met Gala ha indossato un abito con il suo slogan politico, o per l’abito di Missoni indossato da Michelle Obama quando venne all’Expo a Milano per comunicare il suo amore per la moda italiana, o per gli stivali Vote di Stuart Weitzman indossati da Jill Biden per incitare al voto.

Anche gli abiti di Macron parlano. Con barba lunga, jeans e felpa nera ha affrontato la crisi internazionale dal suo ufficio dell’Eliseo, con un look sportivo e un po’ trascurato che comunica il suo impegno e la sua proattività.  Sembra giovane, attivo e molto coinvolto, ma con il logo CPA 10 (Commando Parachutiste de l’Air n° 10) ci ricorda anche che pur essendo informale è sempre il capo delle forze armate francesi. Per alcune immagini ha rinunciato agli abituali completi e alla camicia bianca in favore di un look da guerra come quello del presidente ucraino Zelensky che nei suoi video su Telegram e negli interventi pubblici, indossa sempre maglietta, pantaloni e felpa color verde militare con scarpe da trekking. Il suo look, che si differenzia da quello dei suoi interlocutori, ricorda a tutti che il suo popolo è in guerra poichè è stato attaccato, e che lui è sempre sul campo, insieme agli uomini e alle donne ucraini che combattono.

Un videocorso e un libro per saperne di più su cosa comunicano gli abiti

Nel mio libro Abiti e tacchi. Il potere della moda c’è un capitolo dal titolo Il vocabolario visivo della moda. L’abito parla.

Il Videocorso L’abito parla affronta proprio questo argomento. Clicca qui per vedere la presentazione del videocorso

Cosa comunicano gli abiti?

Ne ho parlato (il 6-10-2023) su TVCusanoNews7 (il canale dell’università Niccolò Cusano) nella trasmissione 7sul7, rispondendo alle 7 domande dei conduttori


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By Paola Pizza, 8 Marzo 2022 Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

Paola Pizza

Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.

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Paola Pizz

Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.

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