Vi state chiedendo quanto conti l’apparenza ad un primo incontro? Secondo la psicologia sociale Il successo o l’insuccesso di un appuntamento sentimentale o di lavoro può dipendere dai primi minuti della relazione. Sono infatti questi minuti iniziali a determinare (secondo Asch) l’effetto priming, ossia un legame inconsapevole (e per questo ancora più efficace) tra ciò che il nostro sguardo coglie all’inizio della conoscenza e il comportamento successivo. Se i pensieri e le emozioni che proviamo saranno positivi saremo portati ad avvicinarci all’altro e più disponibili a vedere in una luce positiva tutto ciò che dice o fa. Ma se i pensieri e le emozioni saranno negativi, sarà l’allontanamento a prevalere, e lo sguardo sarà critico e poco disponibile.
Lo sguardo è un potente strumento non verbale di conoscenza. Attraverso lo sguardo possiamo percepire le emozioni e gli atteggiamenti degli altri. Come sosteneva il filosofo Kierkegaard: “Ciò che si vede dipende da ciò che si guarda. Perché l’osservare non è solo un ricevere, uno svelare, ma al tempo stesso un atto creativo “
La conoscenza è un atto creativo proprio perché mette in relazione gli individui con le loro caratteristiche (identità, atteggiamenti, pensieri, emozioni, personalità, stile di vita) con la società (gruppi, norme, valori)
Le prime impressioni sono importantissime perché preparano la scena della conoscenza. Quando non sappiamo niente, o quasi, della persona che abbiamo di fronte, ne osserviamo la comunicazione non verbale (in particolare l’aspetto esteriore) e il comportamento per capire se possiamo fidarci o meno. Il primo biglietto da visita è certamente l’apparenza: la sua immagine, il volto, il trucco, i capelli, gli abiti, i colori, il modo di muoversi, il tono di voce.
Il nostro sguardo coglie degli indizi che ci aiutano a farci un’idea dell’altro e ad attribuirgli un tratto di personalità in base all’apparenza.
Alcuni si soffermano a pensare se sia giusto o no basarsi sulle prime impressioni. Spesso, seguendo una logica sbilanciata, lo ritengono ingiusto quando sono loro l’oggetto delle prime impressioni altrui, giusto quando sono loro a crearsi delle prime impressioni sugli altri.
Credo che l’attenzione dovrebbe concentrarsi piuttosto sui meccanismi della conoscenza sociale. Conoscerli ci permette di agire in modo competente, gestendo le prime impressioni in modo più efficace.
Cosa preferite fare, lamentarvi perché un primo incontro è andato male, o provare a fare qualcosa perché il prossimo vada meglio?
Comunicare sé stessi, la propria identità, le proprie competenze, il proprio valore è importante per stabilire rapporti interpersonali positivi. Sia che lo si voglia o no, sia che ne siamo consapevoli o no, il nostro aspetto esteriore comunica agli altri molte informazioni su di noi. Il principale assioma della comunicazione (secondo Watzlawick) è che NON SI PUÒ NON COMUNICARE. Allora mettiamoci al lavoro per migliorare le informazioni che trasmettiamo attraverso l’apparenza.
Auguri per il prossimo primo appuntamento!
Psicologa, iscritta all'Ordine degli Psicologi della Toscana, dal 1992 si occupa di psicologia della moda. È autrice di diversi libri sulla psicologia della moda. È coordinatrice didattica del Master on line in Psicologia della moda e dell'immagine di ESR Italia.È stata professore a contratto di Psicologia Sociale e Teoria e tecniche del colloquio psicologico alla Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Firenze, e di Psicologia sociale della moda e di Psicologia dei consumi di moda al Polimoda.
Ciao, sono Paola Pizza, psicologa della moda.
Nel lavoro ho unito due grandi passioni: la psicologia e la moda.
Iniziamo insieme un viaggio tra i significati profondi della moda.
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